Coccolite acuta

Amici di Carlottissima!

Oggi vi voglio parlare di me e dei miei problemi di salute.
Già, ammetto di essere molto ammalata.
Chissà se anche voi, come me, siete affetti da coccolite acuta?
Se non avete mai sentito parlare di questa strana patologia dell’anima provo a spiegarvi in cosa consiste: sintomi, decorso, terapia.
Siete pronti?

Iniziamo dai sintomi.
In generale, gli ammalati cronici di coccolite acuta sentono il bisogno irrefrenabile di coccole, tenerezza, vicinanza.
Praticamente, cercano di mascherare la propria indole conducendo una vita apparentemente normale, ma sotto sotto sono terribilmente affettuosi e desiderosi di sentirsi amati.
Regalano con generosità affetto, carezze e baci e pretenderebbero lo stesso… eh cosa ridete? Guardate che la faccenda è grave, perché poi dopo il dare si vorrebbe ricevere, quantomeno una parte delle coccole profuse. Un bel guaio!

Il decorso.
Essendo una malattia cronica, la coccolite acuta si manifesta in ogni momento della nostra vita. Forse è genetica, chissà… nasciamo coccoloni, cresciamo coccoloni, invecchiamo coccoloni.
Praticamente irrecuperabili. Senza speranza. Niente.

Terapia.
Eh, mica facile, da questa coccolite mica si guarisce.
Al massimo si cerca di mitigarla. O, nella peggiore delle ipotesi, di sfogarla con chi ci è vicino e offrendola generosamente a chi ci vuole bene.

Personalmente, annaffio di cuoricini tutti i messaggi che mando ai miei figli (il nostro gruppo whatsapp ce l’ha anche nel nome… e dite poi se non sono irrecuperabile!), alle mie amiche, agli amici di sempre. Quando scrivo a qualcuno che mi è estraneo mi trattengo, ovviamente, ma se non sto attenta almeno un fiore o un sorriso riesco a piazzarlo.

Devo ammettere però che sono adeguatamente ricambiata: a furia di seminare i frutti arrivano.
Sarà per questo che le colleghe mi riempiono di attenzioni, i figli di “TVB” e gli amici di mazzi di fiori (che, come ormai sapete tutti, adoro!).

Tornando a bomba, ecco la terapia: bisogna assecondarci, farci sentire le carezze anche via web,  tenerci la mano, regalarci un pensiero per il solo fatto che esistiamo.

Difficile?
I più sostengono che ce ne si può fare una ragione e mi assecondano. Ma qualcuno proprio non ci riesce.

Che devo fare? A voi l’ardua sentenza!

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